L’abbigliamento a Venezia veniva utilizzato come messaggio visivo per dimostrare al resto del mondo la stabilità, indipendenza e per promuovere i propri prodotti di lusso: i tessuti di seta, di lana e i merletti.

La moda in città si diversificava per il ceto, professione e stato civile.

Esisteva persino una regolarizzazione dei colori: il bianco spettava alle spose, il rosso con l’aggiunta dell’oro alle aristocratiche , il nero alle anziane, mentre il giallo era l’esclusiva delle prostitute.

Crescente l’esibizione del lusso costringe Maggior Consiglio alla fine quattrocento ad istituire la magistratura chiamata “Provedadori sora le pompe de le done” (provveditori ai lussi delle donne)

Questa prassi non fu ben accettata dalle veneziane e fu anche denunciata dalla Lucrezia Marinelli.

Scrittrice Veneziana la definiva “repressiva della libertà femminile di giocare con le apparenze e differenziarsi degli uomini troppo prigionieri del loro ruolo sociale”.

Il gioco che consentendo a una popolana di vestirsi come un’aristocratica permetteva anche di esprimere un’identità interiore che secondo la scrittrice “non solo era più eccellente e nobile di quella maschile, ma compensava anche l’esclusione delle donne dal potere economico e politico”.

Queste leggi non facevano distinzione di rango e fino al 700 si rivolgevano a tutti gli abitanti con unica ed ovvia esclusione della famiglia del Doge e di alcune alte cariche dello stato come gli Ambasciatori.

Alcune regolamentazioni riguardavano l’uso della seta, la quale era destinata ai matrimoni, nascite e battesimi.

L’uso dei gioielli e in particolare delle perle era consentito solo alle donne sposate, è solo per un tempo limitato di dodici o quindici anni dopo il matrimonio.

Fatta legge trovato l’inganno: le veneziane cominciarono a sostituire le perle e l’oro con l’alabastro e il cristallo e altre pietre meno costose.

L’ingegno femminile mette a dura prova i legislatori costringendoli a rivedere continuamente le proprie norme.

Nel prossimo articolo vi parleremo di Lucrezia Marinelli e in particolare del pensiero femminista del 1600…

Abito 100% seta

Articoli consigliati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Non puoi copiare il contenuto di questa pagina
Facebook
Instagram