Le nobiltà, et eccellenze delle donne: et i diffetti, e mancamenti de gli huomini.

E’ una delle opere pù famose di Lucrezia Marinelli, nasce per contestare le tesi misogine espresse da Giuseppe Passi nella sua opera Dei donneschi difetti pubblicata nel 1599.

Lucrezia, di famiglia intellettuale, nella prima parte sa affermare la dignità del sesso femminile, la sua eccellenza del corpo e la nobiltà d’animo. Mentre nella seconda tratta dei difetti degli uomini.

Attraverso gli esempi dimostra la superiorità del sesso femminile raccontando le donne illustri della storia.

Non fu un esempio isolato in città.

Infatti quest’opera vede la luce nel 1600 contemporaneamente a Il merito delle donne di Moderata Fonte.

L’opera scritta in forma di dialogo: sette donne veneziane unite “da cara e discreta amicizia”, s’incontrano nella “casa bellissima” con un “giardino bellissimo” di una di loro, e nell’arco di due giornate discutono sulla condizione della donna e sui rapporti con l’uomo.

Tramite le protagoniste si rappresentano sette particolari condizioni femminili: la donna sposata da tempo, la sposa novella, la vedova, la madre attempata con la figlia, la vedova e l’intellettuale nubile.

La discussione si concentra inizialmente sui vantaggi delle rispettive situazioni e sul rapporto fra i sessi.

Le sette amiche mettono in luce come sia ingiustificata la superiorità che la società accorda agli uomini e come sarebbe auspicabile una vita autonoma e senza vincoli, una vita libera.

Prima della conclusione si domandano del perché le donne siano “schiave volontarie fino alla morte” degli uomini.

L’autrice vuole sottolineare l’importanza dell’insegnamento reciproco fra donne in vari campi del sapere, per emanciparsi dal potere maschile.

E ancora alcuni anni più tardi è una suora benedettina Arcangela Tarabotti, a proporre la sua idea femminista addirittura dalle mura di un convento di clausura. Nei suoi scritti critica il moralismo maschile degli uomini che risparmiano sull’abbigliamento delle mogli giudicato eccessivamente sfarzoso per spendere poi con le prostitute.

Sono state donne che hanno lottato con la morale e le consuetudini, costrette a vivere venendo a patti con un mondo che cerca di rilegarli in un ruolo. Spesso quello di madre e moglie.

Come ad esempio Elisabetta Camier Turra, prima redattrice letteraria italiana. Spesso sminuita e derisa dai colleghi.

Oppure Lucrezia Corner Piscopia, la prima laureata nel mondo. Avrebbe voluto laurearsi in teologia, ma a una donna non poteva essere concesso tale privilegio..

Continuiamo a raccontarvi queste figure illustri, di una straordinaria forza ed intelletto.

Concludiamo con una frase da Il merito delle donne, che sembra profetica di quella delle manifestazioni femministe degli anni settanta. Augurandoci di essere tutte libere un giorno.

“Libero cuor nel mio petto soggiorna,

non servo alcun,

né da altri sono che mia”

Abito “Brezza”

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