È passato un anno esatto dall’acqua alta che ha sconvolto la città.
Nonostante sia stata una notte terribile, non le portiamo il rancore, la paragoniamo alla neve in montagna. Come cade la neve cosi sale l’acqua. Più veloce, più bruttale.
Ma non bisogna portare il rancore alla natura, fa il suo corso, non si cura di noi, non siamo degni della sua attenzione…
La colpa è sempre dell’uomo, che invade, modifica, profana per poi piange sull’acqua che scorre.
Noi non vogliamo più tornare con il pensiero a quella notte surreale e quel inverosimile dopo.
Noi vogliamo guardare avanti!
Oggi si festeggia la giornata mondiale della qualità!
Perchè non guardiamo avanti cercando di prende qualche spunto dal passato glorioso della nostra città?
Immaginiamo per un istante quanta qualità offriva solo qualche secolo fa. Quando cooperava con tutta la terraferma veneta.
Quando brulicava di mestieri, quando si guadagnava da vivere e si poteva permettere ogni lusso.
Venezia è una donna, è una donna unica e diversa da chiunque altra e come ogni donna ha bisogno di essere libera cosi come lo era un tempo.
Si potrebbero creare nuove attività economiche e produttive liberandosi cosi dalla sudditanza del turismo per non essere più in sua balia.
Il periodo che stiamo vivendo ci deve insegnare qualcosa in caso contrario sarà l’ennesima lezione sprecata.
Ma ciò che consola è che lei adesso si gode il silenzio che regna fra le calli, le carezze dell’acqua che scorre piano.
Lei si gode la pace di una rara qualità ormai da un anno…
E noi?
